Ortodonzia invisibile

Ortodonzia invisibile

L'utilizzo di allineatori risulta essere una metodica ortodontica per ottenere l'allineamento dei denti, efficiente ed esteticamente valido, evitando al contempo l'uso di un apparecchio ingombrante e sgradevole a vedersi.

Con gli anni è aumentato il numero degli adulti che decidono di sottoporsi a una terapia ortodontica. Le richieste di questi pazienti sono spinte per lo più dall’aspetto estetico, perché un sorriso gradevole è sinonimo di benessere sociale e psichico. Un corretto allineamento dentale consente una migliore igiene orale, quindi la prevenzione di patologie cariose e parodontali, oltre che una più equilibrata funzione masticatoria con relativo benessere di tutto il distretto cranio-cervico-mandibolare. I pazienti adulti e gli adolescenti hanno maggiori esigenze estetiche rispetto ai bambini e l’ortodonzia oggi riesce a soddisfare le richieste sempre maggiori di queste categorie grazie allo sviluppo e alla diffusione di tecniche che hanno nell’invisibilità il loro punto di forza.  Le possibilità in questo senso sono rappresentate da:

  • ortodonzia linguale;

  • mascherine o allineatori trasparenti.

 

Focalizzando l'attenzione sugli allineatori trasparenti, tale sistema è stato inventato e sviluppato in California da Kelsey Wirth e da Zhia Chishti, due studenti di ingegneria dell’Università di Stanford che hanno avuto l’intuizione di associare la moderna tecnologia TAC con i processi di produzione computerizzati (che utilizzano la litografia stereo in 3D) per produrre degli allineatori personalizzati in grado di determinare spostamenti dentali. Ciascuna mascherina è programmata per spostare un singolo elemento dentale o un piccolo gruppo di denti dai 0.25 ai 0.33 mm ogni 14 giorni. Questa tecnica utilizza una serie di dispositivi rimovibili, aligner o allineatori, realizzati in polisulfone plastificato trasparente, che permettono appunto di spostare i denti a piccoli incrementi. I vantaggi, oltre all’estetica, sono rappresentati dalla possibilità di rimuovere gli allineatori, permettendo quindi le normali manovre di igiene orale domiciliare. Il paziente deve indossare gli aligner almeno 22 ore al giorno, per assicurare i movimenti dentali previsti.

Tra gli svantaggi si può citare una leggera sintomatologia algica al momento del passaggio alla mascherina successiva che generalmente regredisce in un paio di giorni e qualche lieve fastidio a livello della lingua e delle labbra all’inizio del trattamento che tende a svanire rapidamente con il progressivo adattamento del paziente alla terapia. Per il clinico questa tecnica ha indubbiamente molti vantaggi. Tra questi la possibilità di mostrare al paziente, attraverso un software di simulazione, tutti gli spostamenti dentali programmati dall’inizio alla fine della terapia e la riduzione dei tempi alla poltrona. L’ortodontista deve però valutare attentamente la compliance del paziente dal momento che i risultati dipendono ampiamente dalle sue abitudini e dalla sua costanza nell’indossare gli allineatori. La terapia con allineatori può essere considerata una tecnica ortodontica innovativa e come tale potrà ulteriormente avvantaggiarsi dal punto di vista biomeccanico. Indubbiamente una conoscenza più approfondita delle proprietà biomeccaniche del sistema potrà rappresentare un grande aiuto al clinico per i criteri di scelta dei pazienti da trattare, per l’individuazione della più corretta sequenza di movimenti dentali, per la durata d’uso di ogni coppia di allineatori e, infine, per ridurre la necessità di rifinitura.

Grazie allo sviluppo di tecniche invisibili, come l’ortodonzia linguale e quella con allineatori, oggi questi trattamenti trovano un’ampia diffusione anche tra i pazienti adulti.

Un primo punto a favore degli allineatori in casi di malattia parodontale è quello di poterli rimuovere prima dei trattamenti, rendendo più semplice l’esecuzione degli stessi.

Un secondo punto importante sono i tempi alla poltrona. Nella tecnica con allineatori gli appuntamenti sono molto rapidi, a eccezione del primo quando devono essere posizionati gli attachment e in quelli in cui è previsto lo stripping. La tecnica linguale invece ha bisogno di tempi maggiori, sia per il bandaggio che per i cambi d’arco. Da non sottovalutare poi l’aspetto “urgenze”.

Nei casi di ortodonzia con allineatori sono abbastanze rare, al massimo si può assistere alla decementazione di un attachment che però non comporta un grande disagio per il paziente. Al contrario nei casi di linguale le urgenze sono rappresentate da decementazione di brackets, piuttosto che dalla fuoriuscita dell’arco, distalmente o dallo slot di un attacco, episodi che provocano sicuramente un maggiore disagio al paziente. In ogni caso le due tecniche risultano valide, sia per il clinico che per il paziente. Nei casi qui descritti siamo riusciti a raggiungere gli obiettivi terapeutici prefissati, andando incontro alle esigenze specifiche dei pazienti.

 

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